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Uomo zodiacale, Livre d' Heures Chantilly |
Per Monstra Ad Sphaeram è un volume pubblicato da Abscondita e curato da Davide Stimilli e Claudia Wedepohl, che raccoglie un corpus notevole di lettere, appunti, scritti di vario genere di Aby Warburg, risalenti ai suoi ultimi anni di vita.
E’ un libro curato in maniera eccelsa,
ricco di note esplicative e con una utilissima postfazione di Stimilli; se quella di Warburg è una figura che vi
affascina, non potete perderlo: addirittura, basterebbe la sola presenza del
saggio di cui voglio parlarvi in questo post per giustificare ampiamente i 20
euro spesi.
Infatti L’effetto della “Sphaera
Barbarica” sui tentativi di orientamento cosmici dell’occidente, che lo
studioso scrisse nel 1925 come conferenza in onore del suo amico recentemente
scomparso, Franz Boll, è un saggio straordinario, affascinante oltremodo;
soprattutto, esso si presenta come summa del
pensiero warburghiano, di quel problematico e fondamentale metodo di studio che
ha segnato la nascita dell’iconologia.
In queste poche pagine si affacciano infatti
i problemi principali della biografia intellettuale dello studioso: come da
titolo del saggio, l’ Orientamento; l’astrologia
e la migrazione delle immagini; la rinascita degli antichi dèi e quindi, di
conseguenza, il tema del Nachleben
(Sopravvivenza); in ultimo, il non meno fondamentale e affascinante Spazio del pensiero.
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F. Del Cossa, Mese di Marzo, 1467-70, Palazzo Schifanoia, Ferrara |
L’apertura ricorda quella del saggio su Schifanoia del ’12, perché anche qui Warburg sembra giustificarsi[1]: «A una linea di ricerca che si occupa di arte e di Rinascimento italiano [i corsivi sono di Warburg], nulla sembra più estraneo che la discesa nelle oscure regioni della superstizione tardo-antica. Il bello in sé, e l’antico che emerse per gli italiani nell’epoca della rinascita come guida verso una formazione ideale più elevata, sembrano avere nel fatalismo astrologico addirittura il loro più riottoso avversario.- Ma si tratta di un’osservazione solo superficialmente azzeccata!»
Il Nostro dunque rivaluta l’astrologia come pratica positiva per lo sviluppo del Rinascimento, «poiché se si intende l’illuminismo che la riscoperta dell’antichità classica portò all’Europa […], allora proprio l’antico che si impose, demonicamente deformato nell’astrologia, come oggetto di culto, offre allo storico della cultura l’opportunità di comprendere chiaramente la restaurazione dell’antichità classica come il risultato di un tentativo di liberazione della personalità moderna dall’incantesimo della pratica magico-ellenistica».
Importante e problematico quest’ultimo
passaggio: l’antichità classica si scinde in due fazioni; da un lato
l’autentica classicità umanistica e razionale ripresa nel Rinascimento,
dall’altra quella ellenistica, irrazionale e mostruosa. Infatti «è la stessa
scienza matematica della Grecia, che venne ripristinata nel corso del
Rinascimento alle sue forme originarie, a offrire all’uomo europeo l’arma per
lottare contro i demoni provenienti dalla Grecia, o meglio dalla Grecia
asiatica».
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F. del Cossa, Particolare del mese di Aprile: il secondo decano del toro |
Ecco dunque (e qui veniamo a uno dei motti più affascinanti e famosi di Warburg[2]) che «l’Atene greca vuol sempre di nuovo essere liberata dall’Alessandria arabizzante».
L’astrologia diventa quindi
determinante sia perché «nel caso della dottrina del cielo si ha a che fare con
il più ampio problema dell’orientamento spirituale di contro all’universo», sia perché, per
quanto riguarda gli affreschi di Palazzo Schifanoia a Ferrara, «la curiosità
del fatto che un astrologo arabo del IX secolo, 600 anni più tardi, dettasse
ancora il programma iconografico a un pittore del Rinascimento, non ci esime
dall’obbligo di intendere questo processo come un anello organico
nell’evoluzione stilistica complessiva della cultura del Rinascimento»; inoltre
«tutto ciò che appare stasera [nella conferenza, cioè] in testimonianze, note e
ignote, in parola e immagine, mostra l’uomo che osserva in lotta per lo spazio
del pensiero».
Così, come dicevo prima, il tema
dell’astrologia permette a Warburg di riprendere i fili principali del suo
ampio affresco teorico: l’Orientamento,
la cultura rinascimentale, lo Spazio del
Pensiero.
E non solo: «oscillando tra posizione
di causa figurativa mitologica e numericamente calcolabile, le costellazioni
hanno per lui [l’Uomo] […] un carattere ambivalente, polarizzato, che da un lato
esige venerazione cultuale nella pratica magica, e dall’altro ha il valore di
una determinazione di estensione distaccata e oggettiva per gli oggetti
rilucenti nello spazio dell’universo, nella volta del cielo».
Qui, chiaramente, Warburg mette in
campo l’altro suo grande tema, quello della Polarità.
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Raffaello, Scuola di Atene, Stanza della Segnatura, 1508-11 |
Polarità riscontrabile, come è noto, a Schifanoia: se infatti in «Francesco Cossa si fa avanti una specie di umanità emancipata sotto il segno dell’ antichità autentica, […] i restanti affreschi, grazie alla troppo erudita ispirazione del consigliere Pellegrino Prisciani, vengono ostacolati nell’ascesa alla divinità olimpica dalla mostruosità demonica».
Ma queste oscillazioni, nella visione del
Rinascimento di Warburg, sono destinate a risolversi: «Nella Scuola di Atene di Raffaello non vi è
più traccia di un tale valore d’espressione simbolico del complesso agonale
mostruoso [riscontrabile, per lo studioso, nella cultura della Firenze
medicea]. La profonda calma dell’Accademia greca pervade la sala. La dea Atena
si cela nell’ombra della nicchia e tuttavia sporge dallo sfondo. Per monstra ad sphaeram! Dalla terribilità del monstrum alla contemplazione nella sfera ideale della meditazione
paganamente dotta. E’ questo il percorso nella evoluzione culturale del
Rinascimento».
E non è finita qui: una tale
razionalizzazione umanistica riguarda anche le pratiche religiose, nel momento
in cui esse passano dal sacrificio umano a pratiche «più semplici»- qui è
evidentemente ripreso uno dei temi cardine de Il rituale del serpente[3].
Insomma, spero che questi pochi e
riduttivi accenni possano avervi fatto capire quanto questo saggio sia ricco,
complesso, affascinante: è una lettura di cui
non vi pentirete!
Per concludere, vi lascio con un
accenno al programma metodologico su cui si basa la ricerca di Warburg, per
come lo stesso studioso la espone (forse in termini un po’ semplicistici ed
eccessivamente “umili”) al termine della conferenza: «L’orientamento cosmico per immagini dell’uomo europeo nel XV secolo: un
capitolo di storia della cultura
nell’epoca della rinascita
dell’antichità, così si potrebbe designare lo schizzo che stasera ci
è passato davanti in rapida successione. […] Il procedimento quivi seguito
tecnicamente non è nuovo: presupposta molta pazienza, abbiamo bisogno solo nel
buon vecchio stile di una fidata esegesi filologica -ermeneutica more majorum-, per guadagnare un
orizzonte più ampio».
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Il libro è stato pubblicato nel 2009, ha 172 pagine e cosra 19,50 euro |
[1] Per un discorso generale sullo stile di scrittura di Warburg vi segnalo questo bel saggio di Katia Mazzucco pubblicato su Engramma-
un sito che vi consiglio caldamente di visitare!
[2] Già
presente, in forma diversa, in almeno un altro saggio, Divinazione antica pagana in testi ed immagini dell’età di Lutero,
del 1920.
[3] Adelphi 1998
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